La GIF di un pinguino che scappa potrebbe essere la risposta media e rappresentativa ricevuta ieri, quando ho deciso di scrivere questa domanda secca, senza contesto, ad alcune delle persone a me più vicine su WhatsApp.
E posso ben capire
non è una domanda che si è soliti ricevere così, “calata dal cielo” in una mattina qualunque
Penso che “scappare” sarebbe stata l’opzione a cui anche io in primis avrei pensato 😅
L’altra che è andata per la maggiore è stata: “In che senso?”
o ancora:
E avevano ragione, tutti loro
ma lo era di proposito
L’unico “indizio” dato è stato questo:
non volevo in alcun modo far si che altri elementi potessero interferire con il pensiero puro che viene quando ti arriva una domanda così, di getto.
La domanda
Quella posta, è una domanda nata un paio di giorni fa, in occasione di una chiacchierata con Beatrice, la mia psicologa
È una di quelle domande a cui non ricordi neppure come siete arrivate, che ti si presenta davanti nel mezzo di un flusso di coscienza apparentemente senza senso, sconnesso
Ricordo che il macro topic erano i confini personali: quelli che non ho mai messo, quelli che sto costruendo, quelli che non farò più scavalcare
La chiacchierata con Beatrice mi ha lasciato quell’interrogativo per tutto il giorno.
Ho voluto fare una cosa che se facessi di più, magari, mi aiuterebbe a risolvere tante cose o, quantomeno, a farmi uscire da conversazioni a senso unico tra me e me: chiedere
Così durante una pausa da lavoro, ho preso questa domanda, la mia chat WhatsApp e l’ho inviata ad alcune delle persone a me più vicine
E sapete cosa è successo?
Di 6-7 persone a cui ho chiesto, ho avuto almeno il doppio di chiavi di lettura diverse
Le risposte
E così, iniziarono ad arrivare le prime risposte che inserirò qui, in ordine sparso e provando ad avere quanta più cura possibile di ciascuna di loro:
la prima
la seconda
e ancora
Un’altra delle più gettonate è stata questa a cui poi hanno fatto seguito audio di diversi minuti.
Di quelli che sei felice di ricevere e ascoltare perché l’altro ha scelto di aprirsi con te portarti per qualche minuto dentro sé.
Audio 1
C’è chi ha preso la domanda e l’ha spezzettata in tre parti: bastare a sé, bastare agli altri, capire quando “dire basta” a situazioni o persone
“Bastarsi” come l’unica modalità appresa per sopravvivere fin da quando si era piccoli e che, crescendo, ha portato poi a sapersi vedere, a riconoscere le proprie qualità, a bastare a se stessi:
“Io a me, basto già così”
”Se dovessi invece pensare a quando sento di bastare agli altri, ti direi mai - È come se continuassi a far cose illimitatamente, come se sentissi di non avere un limite che mi fa dire - ok ho dato tutto ora basta - . Ora però sto capendo, per salute mentale, che devo mettere un limite e che oltre non posso andare.
Audio 2
C’è chi come primo pensiero ha portato la domanda in ambito relazionale (sentimentale o amicale) e poi su di sé
“Ad oggi non mi chiedo più se sono abbastanza o meno, forse non so se me lo sono mai chiesto.
Nella precedente relazione ragionavo per due e mi chiedevo sempre come l’altro poteva “prendere” il mio fare
Oggi non mi chiedo mai se sono abbastanza ma instauro una comunicazione tale per cui ci diciamo le cose, chiediamo ma non ragiono per due. E idem in ambito amicizie:
non me lo chiedo ma va bene così, non voglio più ragionare per due quindi se qualcosa non va, ce lo diciamo
Sono abbastanza per me, invece?
Non lo sono mai e penso che non faccio mai abbastanza ma mi sto abituando a questo tipo di narrativa ma è ok avere momenti in cui non faccio abbastanza e altri in cui faccio più che abbastanza”
Audio 3
Chi, ancora, sente di non bastarsi mai e prende la sfida come unico modo di dimostrare a sé e agli altri che sta progredendo e che basta così
Audio 4
Un’altra chiave di lettura data in una di queste conversazioni è stata una contro domanda:
“Già che mi stai chiedendo quando, presuppone che ci siano momenti in cui non ti basti, non mi sono mai chiesto quando perché non c’è mai stato un momento in cui non l’ho fatto”
Quando ti senti che basti?
Bastare
È il mio turno.
Ricordo di aver citato a Beatrice 3 momenti di getto, così come ho chiesto di fare ai miei amici:
Il primo | Quando sono con Andrea, nel tardo pomeriggio, sul letto dopo lavoro. In quei momenti in cui facciamo cose diverse, in silenzio. Di quel silenzio di cui finalmente non hai paura, che non ti fa sentire a disagio
Il secondo | Quando parlo con “le mie persone”, quelle con me da molti anni e quelle arrivate dopo. Quelle con cui puoi condividere queste domande senza sentirti “strana”
Il terzo | Quando il gatto mi sceglie stendendosi su di me. E mi fa pensare a quanto non importa nella vita quanto tu possa fare o non fare, raggiungere o no quegli obiettivi che hai in testa e che spesso ti logorano, lui non lo sa. Lui ti vede in quel momento lì. Sei lì, con lui, esisti. Non c’è un prima né un dopo, non importa. Ti sceglie, ti dona il suo amore in modo incondizionato e accetta il tuo
Perché questi momenti, quindi?
Perché con loro non ho bisogno ne desiderio di dimostrare, di fare "di più", di essere "di più"
Neppure di trovare “quella cosa lì”
Perché a loro vado bene così come sono
con loro, basto già.
Non è affatto scontato, per me, avere persone a cui rivolgere una domanda così personale. Lo è ancora meno ricevere risposte autentiche, con tutte le loro sfumature.
Ogni risposta che ho ricevuto mi ha mostrato qualcosa di diverso, che da sola non avevo e non avrei colto.
Per me è qualcosa di prezioso, e sono grata di poterlo condividere anche qui con te. Magari ci conosciamo già di persona, magari un giorno lo faremo
Mi piace pensare che, in qualche modo, se stai leggendo queste parole anche tu fai parte di questo cerchio di persone con cui mi sento di poter essere autentica, di dare, di chiedere, e di ricevere qualcosa di vero.
Mi sento di poter bastare così
Che poi, forse, il segreto è tutto lì, in quel momento in cui qualcosa o qualcuno ti sceglie, senza chiederti nulla, senza aspettarsi nulla. Che sia una persona cara, un animale domestico, che sia tu o un momento di solitudine in cui ti concedi di essere. Che ti dai il permesso di esserci
📌 E se mai avrai bisogno di un promemoria che ti dica che la tua semplice presenza conta, ti lascio questa foto con Oscar per ricordarti che, basti già
Ti va di farmi sapere cosa avresti risposto? 💌
La più bella letta finora ❤️
Bellissimo quello che hai scritto ❤️
Io sento di bastarmi quando sono immersa nel silenzio durante la lettura di un libro.
Quando sto allungata vicino a Mattia, immersa nella coperte.
Quando cucino i miei piatti vegan preferiti